|
Il libro
Attorno all’anno Mille, un film di esplorazioni, scorrerie vichinghe, faide e giochi di potere fra le Orcadi, la Norvegia, l’Irlanda, la Scozia e l’Islanda (con Leif figlio di Erik il Rosso che scopre Terranova, battezzandola Vinland), ma anche scene di evangelizzazione, di quiete monastica, di opere pacifiche e feriali. Queste cronache sono filtrate dagli occhi di Ranald di Hamnavoe, nelle Orcadi, protagonista immaginario del romanzo, che nella sua lunga vita ha in sorte di mettersi alla prova come marinaio e mercante, soldato e proprietario terriero.Lo stile nitido, lineare, sbozza con tratto netto dialoghi, azioni, pensieri e, di tanto in tanto, inquietudini. Anche se spesso e volentieri Mackay Brown lascia baluginare tra le sue pagine, con noncuranza, schegge di fabbrica più alta, ritagliate dalle saghe medioevali norrene: alcune cadenze, lo humor nero e spavaldo di certi guerrieri, frammenti poetici che ravvivano il tessuto informe della prosa. Sino alle immagini struggenti con le quali lo scaldo Arnor piange lo sfarinarsi delle glorie umane: spoglie di principi, ridotte a cibo per aquile e per lupi malinconici, vuote fortezze spazzate dal vento, monconi di torri ricoperti dall’erica, arpe silenziose. La saga di Mackay Brown insiste (anche) sulla tragica banalità di quella gloria, sul potere che si replica sempre uguale a se stesso.A questa catena lo scrittore scozzese, contrappone un’utopia di giustizia e di mitezza, il sogno che i rapporti tra gli uomini possano essere guidati non solo dalla paura, dal tornaconto, dalla sopraffazione. E animando di questo sogno il protagonista, ne proietta la figura luminosa ben oltre i confini delle sue Orcadi al giro di boa del primo millennio.Tom Adair, Scotland on Sunday: «Una vasta conoscenza di folklore e leggenda, l’arte della navigazione e il lavoro dei campi s’insinuano nel romanzo come i fili intessuti in un tappeto magico. Assolutamente delizioso! Mackay Brown scrive da dentro, con una prosa tanto equilibrata quanto il suo racconto è fresco e splendido. Nessuno scrittore di oggi rianima in maniera così piacevole come Mackay Brown quando è al suo meglio.»David Robson,The Sunday Telegraph: «Che descriva i pericoli di una traversata dell’Atlantico a bordo di una nave guidata dalla luna e dalle stelle, o la meraviglia provata da un ragazzino delle Orcadi di fronte al fastoso banchetto di formaggi alla corte di Norvegia, Mackay Brown entra in maniera istintiva nelle vite dei suoi personaggi con tono infallibile ed esilarante. Un’affascinante odissea emotiva, un romanzo caratterizzato da integrità e da una scrittura distintiva che giunge sorprendentemente a livelli di grande profondità»The Guardian: «Uno scrittore preciso, poetico e splendido.»Francesca Dallatana, Gazzetta di Parma: «Romanzo antico, romanzo di formazione. George Mackay Brown, anche questa volta, si è seduto sulle panchine del suo porto di Hamnavoe per raccontare Ranald e la sua storia. Che è Storia del mondo. Ranald cresce per le strade del mare. Il mare, dove l’essenzialità è d’obbligo per sopravvivere, gli insegna a riconoscere le cose vere della vita: non il bottino dei monaci incontrati nave contro nave, ma quel che invece non si può rubare: la loro spiritualità. È un viaggio emotivo, che giunge al porto della conversione, significativa metafora della pacificazione con il mondo e con se stessi.»Alberto Cappi, La Voce di Mantova: «Quasi un classico d’avventura, in un romanzo storico, l’azione di Vinland ha il fascino del racconto orale, della leggenda, dello scrutare nei tempi per trarne calda voce.»Oreste Paliotti, Città Nuova: «Un’epopea coinvolgente, narrata con un linguaggio semplice, fresco e poetico.»Giovanni Godio, Letture: « [Mackay Brown] contrappone un’utopia di giustizia e di mitezza, il sogno che i rapporti tra gli uomini possano essere guidati non solo dalla paura, dal tornaconto, dalla sopraffazione. E animando di questo sogno il protagonista, ne proietta la figura luminosa ben oltre i confini delle sue Orcadi al giro di boa del primo millennio.» |
|
|
|
George Mackay Brown Vinland l’ultimo viaggio A cura di Carmine Mezzacappa Cover Anders Lindholm 2011, BT 46, 200x135 pagine 380 euro 13,00 Isbn 978-88-8003-350-9
George Mackay Brown, considerato uno dei massimi scrittori britannici del Novecento, nasce a Stromness il 17 ottobre 1921. Frequenta il Newbattle Abbey College di Dalkeith dove si laureerà in letteratura inglese e conseguirà il dottorato con una tesi sul grande poeta Gerald Manley Hopkins. Muore, tra il sincero e profondo cordoglio delle Orcadi, il 13 aprile 1996 e una targa con il suo nome viene posta nella cattedrale di Kirkwall dedicata a san Magnus a immortalare il suo talento generato dall’amore per le sue isole. |
|
Vedi anche:
La croce e la svastica Un’estate a Greenvoe Lungo l’oceano del tempo
|
|
|