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Gli eredi del maggiorasco
Il libro

Teso come altri romantici, da Friederich Schlegel a Novalis, da Tieck a Hoffmann, alla ricerca (di volta in volta diversamente atteggiata, ma nel suo nucleo comune) di un mondo più elevato e più autentico, universo sovrasensibile e sovraterreno che solo la fantasia poetica rende accessibile, Arnim persegue lungo tutta la sua produzione un duplice livello della rappresentazione, alla verità bassa e prosaica, opaca e ottusa della storia e della quotidianità affiancando (ma meglio si dovrebbe dire intrecciando e interessando senza posa) la verità alta e rivelatrice, luminosa e chiaroveggente della poesia.
Così avviene pure nei racconti che qui si presentano, ove si affacciano fatti e situazioni di cui l’autore medesimo offre una doppia lettura, realistica e fantastica a un tempo: ne Gli eredi del maggiorasco (1820) l’attitudine allucinata e visionaria dell’ipersensibile protagonista si ribalta di continuo da stato morboso in processo di trasfigurazione della prosaica realtà, che perviene a coglierne il nucleo più autentico ed essenziale, mentre nell’Invalido folle (1818) una condizione patologica descritta con crudezza clinica, ma avvertita dai protagonisti nei termini d’una fatale possessione diabolica, si delinea come il riflesso o la manifestazione tangibile di un lacerante conflitto morale e psicologico. E in ambedue i casi è comunque possibile al lettore moderno interpretare tali superiori verità dello spirito, che Arnim ama avvolgere di una nebulosità misticheggiante, nel senso più perspicuo di realtà dell’inconscio, di ciò che si sottrae al dominio della coscienza, senza per questo intaccare un nulla la loro pregnanza.
Ludwig Achim von Arnim
Ludwig Achim von Arnim
Gli eredi del maggiorasco
A cura di Fabrizio Cicoira
1990, BL 7, 165x100
pagine 116
euro 5,16
Isbn 978-88-85685-47-5

Ludwig Achim von Arnim (Berlino 1781 – Wiepersdorf, Dahme, 1831) scrittore tedesco. Dall’amicizia e dalla comunione delle idee con Clemens Brentano nacque la celebre Cornucopia del fanciullo (Des Knaben Wunderhorn, 1806-08), raccolta di canti popolari tedeschi, notevole non tanto per il suo valore fisiologico, quanto come sintesi dell’ideologia romantica.
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