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Il libro
Il 1° giugno del 1843 uno sparuto gruppo di persone, fra cui alcuni bambini, procede nel vento e nella pioggia del New England con un carico di masserizie affidato al passo mal fermo di un minuto cavallo da traino. Tra loro vi sono anche i Lamb, dietro cui è possibile riconoscere la famiglia Alcott: Amos Bronson, la moglie Abba e le quattro figlie, tra cui la piccola Louisa May munita del suo inseparabile diario. È l'inizio di un'avventura straordinaria che si chiamerà Fruitlands: una delle tante comuni trascendentaliste che fiorirono in America all'insegna del fourierismo, e nella certezza di poter creare un nuovo modello di società. A Fruitlands, tutti svolgono a un tempo mansioni umili e compiti intellettuali, integrando lo studio delle dottrine trascendentaliste con una sana attività agricola. All'inizio tutto sembra funzionare perfettamente; ma ben presto l'inadeguatezza dei più al duro lavoro dei campi, l'incapacità di integrare davvero nella comunità donne e bambini, il fiero autoritarismo di alcuni e le eccessive pretese ascetiche di altri, minano dall'interno la vita stessa di Fruitlands, che ben presto si sfalda e si spopola. Con la prima neve, il freddo scende anche nel cuore indomito della famiglia Lamb, l'unica ormai rimasta a Fruitlands, trascinando il vecchio Abel sull'orlo della catastrofe. In questo breve romanzo inedito, è una Alcott ormai quarantenne a riscrivere il proprio diario di bambina, protagonista involontaria, a soli nove anni, della comunità trascendentalista di Fruitlands fondata dal padre Amos Bronson Alcott. Il resoconto che ne deriva è romanzato ma sottilmente veritiero; e tra ardori utopici, tensioni proto-femministe e un crescendo che porta al colpo di scena finale, ci offre uno spaccato inedito della temperie culturale di un New England precocemente riformatore.
I “furori” della Alcott Una carovana di uomini, bambini e una donna sono in cammino verso un nuovo mondo, pionieri dello spirito a bordo di un'arca bislacca ma speranzosa. Sono i padri fondatori di Fruitlands, comunità il cui ideale è l'armonia a partire dal soddisfacimento dei bisogni primordiali dell'uomo. La rinuncia ai beni materiali e, soprattutto, l'autonegazione sono la strada da percorrere per il compimento dell'Essere. Da questo sogno spirituale che attraversa l'intimo di Tim Lion, Abel Lamb e i loro confratelli, si originano quei “furori trascendentali” di Louisa May Alcott, il cui iniziale slancio positivo e di apertura al mondo viene adulterato dal comportamento superficiale e ozioso degli accoliti che via via popolano la fattoria nella quale sorge la piccola cellula di Fruitlands. Il fervore degli irriducibili, per contro, sfocia molto spesso in comico ascetismo di cui la Alcott, con ironia dissacrante, svela il lato più assurdo invitandoci per esempio alle frugali mense dove trovano posto solo “coppe d'aurora per colazione” e “semi del pianeta solare”. “Di quando in quando ebbero occasione di sperimentare reazioni più brusche, ed ebbero la soddisfazione di soffrire in nome dei loro princìpi”, racconta la voce narrante; ed è evidente qui il sarcasmo con il quale Louisa May Alcott prende le distanze da quella che in realtà fu un'esperienza vissuta in prima persona. Presto la comunità andrà disgregandosi e Lamb e la sua famiglia verranno isolati da tutti. Lasceranno così la fattoria, di nuovo in cammino, questa volta per tornare al mondo. Due viaggi aprono e chiudono il romanzo, l'uno di andata e l'altro di ritorno, ma in entrambi la speranza è l'ago della bussola, per quanto in forme diverse. Quale sarà la prossima direzione non è dato saperlo; forse perché l'intento di May Alcott è quello di evidenziare il fallimento di quell'Utopia, che trova infatti nel finale un ulteriore sguardo impietoso. L'immagine delle Mele Cadenti, nuovo nome che la signora Lamb attribuisce a Fruitlands, rappresenta lo sfregio dissacratore, affidato questa volta al personaggio piuttosto che al narratore, l'apertura degli occhi rispetto a quella che si è rivelata essere un'esperienza non solo impossibile da realizzarsi, ma assurda nel modo in cui è stata concepita. |
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Louisa May Alcott Furori trascendentali Transcendental wild oats A cura di Gigliola Nocera 2003, BT 33, 200x135 pagine 94 euro 6,50 Isbn 978-88-8003-262-5
Louisa May Alcott (Germantown, Pennsylvania, 1832 - Boston, 1888), fu la seconda delle quattro figlie di Abba e Amos Bronson Alcott. Attraverso il padre - pedagogista, riformista sociale e ideatore della comunità utopica di Fruitlands - fu educata dagli scrittori trascendentalisti Ralph Waldo Emerson e Henry David Thoreau. Comincia a scrivere molto giovane un diario e delle novelle e a 19 anni pubblica Sunlight, una raccolta di poesie, sotto lo pseudonimo di Flora Fairfield. Negli anni successivi pubblica alcune raccolte di novelle e nel 1868 la prima parte di Little Women (Piccole donne) che conclude nel 1869. Per molti anni si dedica all'insegnamento e nel 1862, durante la guerra civile americana, si trasferisce a Washington dove lavora come infermiera volontaria e le sue lettere alla famiglia vengono raccolte in un volume pubblicato nel 1863. Si impegna anche socialmente e in particolar modo per i diritti delle donne. Non si sposa mai e muore all'età di 55 anni il 6 marzo 1888. Di lei si riscoprono oggi anche i romanzi “gotici” e i thriller mozzafiato. |
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