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Lettera a un amico ebreo
Il libro

Un uomo scrive mettendo a nudo il suo animo. Ha tante cose da raccontare all’amico destinatario della missiva, cose dure e importanti, che segnano un’esistenza. La posta in gioco è talmente alta da non poter essere elusa, dimenticata, sviata. Oltrepassa il destino individuale di mittente e destinatario per racchiudere quello di due popoli. Trae origine da una guerra che appare tanto più inestinguibile quanto più atroci ne risultano essere le coordinate e oscuri gli obiettivi.
Sguardi, volti, resistenze vissute con tenacia e disperazione, esodi e fughe, morti inutili e insensate, alla ricerca di un perché: le origini che stanno alla radice del conflitto tra israeliani e palestinesi.
Ibrahim Souss, il grande scrittore palestinese, mette a fuoco con passione i motivi del conflitto, analizzando con chiarezza i progetti, la sofferenza di entrambi gli antagonisti.
Rivolgendosi al suo amico ebreo fa propri i suoi punti di vista per poterli confutare, denunciandone la logica d’aggressione che ne è alla base, ma la sua ardente arringa non può fare a meno di valutare una realtà tanto più complessa in quanto multiforme e sfaccettata.
Così se “essere ebreo significa essere specchio dell’uomo nella sua globalità, uno specchio forse in frantumi; rotto da secoli di dispersione, di alienazione ma nel quale continuamente si ricompone l’immagine ostinata di una delle più forti esperienze umane di resistenza al tempo” l’identità palestinese è segnata dalla durezza di una ferita difficilmente rimarginabile.
Tradotto in undici paesi del mondo, Lettera a un amico ebreo è uno dei libri più discussi degli ultimi anni: un messaggio di pace che sappia superare le barriere che dividono i popoli.

Le Monde: «[…] Questo libro vuole essere un appello alla lucidità, un invito a rinnovare la mutua conoscenza, un elogio della tolleranza.»

Le Nouvel Observateur: «[…] Veemente senza odio, realista senza cinismo [...]»

Francesca Dallatana, Gazzetta di Parma: «Una lunga lettera alla ricerca del dialogo. Diretto, quindi duro, ma molto efficace. L’autore è uno dei più importanti scrittori arabi di oggi. Si rivolge a un amico ebreo cercando di raggiungere il punto massimo di contatto: la comunicazione fra esseri umani portatori di consapevolezza, mediata dall’empatia e dalla ragione. La comunicazione cercata è fra israeliani e palestinesi: coalizioni antagoniste di una lotta senza tregua. Due popoli che non possono esimersi dal dimenticare che le ragioni dell’appartenenza a un gruppo non possono cancellare le aspre conseguenze di un conflitto che genera sofferenza. Non c’è odio, non c’è sarcasmo. Un crudo flusso di coscienza, mutuato dalla temperanza della ragione.»

Gianfranco Restelli, Città Nuova: «[...] Ibrahim Souss, considerato uno dei più prestigiosi intellettuali della diaspora palestinese ha cercato con Lettera a un amico ebreo di far chiarezza in un conflitto assurdo – quello tra israeliani e palestinesi – attraverso una disamina lucida, anche se appassionata, degli opposti punti di vista. [...]»

La Stampa: « […] La Lettera di Souss è l’ultima spiaggia della tolleranza, del buonsenso, della voglia di pace. Oltre, c’è solo il nulla. Il baratro. […] »

Il Gazzettino: «[…] Souss contesta con franchezza le violenze perpetrate al suo popolo, ma soprattutto i silenzi di chi non vi si oppone, ma in fondo invita il suo interlocutore a riprendere un dialogo interrotto […]»

Il Nostro Tempo: «Il grande scrittore palestinese mette a fuoco con passione i motivi del conflitto israeliano-palestinese, analizzando con chiarezza i progetti e la sofferenza dei due protagonisti. […]»
Ibrahim Souss
Ibrahim Souss
Lettera a un amico ebreo
Traduzione di Ornella Rota
Prefazione di Jan Datranich
2002, LP 75, 210x140
pagine 82
euro 9,00
Isbn 978-88-8003-267-0

Nato a Gerusalemme nel 1945, Ibrahim Souss, laureato in Lettere e diplomato all’Istituto di Studi Politici e della Fondazione nazionale delle Scienze Politiche di Parigi, è considerato fra i più importanti scrittori arabi contemporanei.
Pianista compositore si è formato presso l’Ecole Normale de Musique di Parigi e presso il Royal College di Londra.
È stato delegato generale e ambasciatore di Palestina in Francia dal 1978 al 1993, rappresentante dell’Olp presso l’Unesco e fautore dell’accordo di pace fra Israele e Palestina. Vive tra Ginevra e Amman e insegna in importanti università in Medio Oriente, in Svizzera e negli Stati Uniti.
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