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Il libro
Raccontando la passione di un palestinese e di un’israeliana, Ibrahim Souss fa la cronaca d’una terra propizia a tutte le discordie. Ragazzi, Bahgat e Salomé scoprono l’amore. Adulti, il turbine della vita li allontana e li riconduce periodicamente l’uno tra le braccia dell’altra. Una storia “banale”?, tranne che per il fatto che comincia a Gerusalemme, che Bahgat è palestinese e Salomé israeliana. È il tema di Le rondini di Gerusalemme, il terzo romanzo di Ibrahim Souss. Raccontando questo amore contrastato, descrive anche la relazione complessa di due popoli che rivendicano la stessa terra, propizia a tutte le discordie. Nel 1935 una famiglia ebrea di Amburgo, fuggendo dalle persecuzioni naziste, si stabilisce a Gerusalemme. I vicini arabi del caseggiato l’accolgono con calore. Bahgat Abdelhamid e Salomé Feingold diventeranno presto inseparabili, senza stancarsi mai di passeggiare per le stradine della Città Santa, a malapena coscienti della tensione nascente, dei primi attentati dell’Irgun, degli scioperi dei commercianti arabi o delle rappresaglie britanniche. Gli echi della terribile guerra europea, e soprattutto dello sterminio degli ebrei, non giungono loro che attutiti. In età da marito, Salomé è corteggiata da Shimon Levitski, un giovane ufficiale votato a una brillante carriera nell’Haganah, il futuro esercito israeliano. Poiché la guerra è vicina. Il padre di Bahgat muore durante una manifestazione repressa dalle truppe britanniche. Il dramma non fa che avvicinare ancora di più i due innamorati. Essi si danno l’uno all’altra, un mattino del maggio 1948, mentre fuori la popolazione ebrea celebra la fondazione dello stato di Israele che li separerà irrimediabilmente. Mentre la famiglia di Bahgat, travolta dal primo esodo palestinese, ripiega su Napluse, Salomé accetta la proposta di Shimon. Il matrimonio viene celebrato immediatamente e, meno di nove mesi più tardi, viene al mondo Shlomo. Da parte sua, Bahgat sposa Fawzia che gli darà due figli. 1956, Shimon viene ucciso durante la guerra di Suez. 1967, Israele ottiene in sei giorni una vittoria folgorante. Shlomo, che ha appena compiuto 18 anni e vive nel culto di suo padre “morto sul campo di battaglia”, è furioso di non poter prendere parte ai combattimenti. Salomé non partecipa all’entusiasmo generale. Ha orrore delle guerre con il loro corteo di vedove e di orfani. La riunificazione di Gerusalemme sotto la tutela israeliana offre paradossalmente a Bahgat l’occasione di rivedere la sua amata e di constatare che, dopo 19 anni di separazione, il loro amore è sempre altrettanto forte. Costretto al fallimento dall’occupazione israeliana, Bahgat deve quindi emigrare con la sua famiglia in Germania. Lavorando in fabbrica di giorno, diventa di notte un agente dell’Olp. Un giorno gli affidano, grazie al suo talento di tiratore scelto, la missione di uccidere un generale israeliano in visita a Parigi. Mentre sta per prendere la mira, scorge, nel suo cannocchiale, il viso di Salomé, che fa parte della delegazione. Dopo l’attentato, non resiste alla tentazione di ritrovarla, senza svelarle i veri motivi della sua presenza in Francia. Di ritorno a Napluse, Bahgat continua la sua azione clandestina mentre suo figlio Faruq è in prima linea nell’Intifada. Un giorno d’estate del 1993, questi è ucciso da un ufficiale famoso per la sua durezza e il suo disprezzo verso i palestinesi, di nome Shlomo Levitski. Folle dal dispiacere, Bahgat scopre che si tratta del figlio di Salomé e non pensa ad altro che a vendicarsi. Salomé gli rivela allora che Shlomo in realtà è nato dal loro abbraccio, il giorno della nascita di Israele. E, mentre in una casa vicina degli applausi salutano la storica stretta di mano tra Yitzhak Rabin e Yasser Arafat, Bahgat viene a sapere della morte di Shlomo, ucciso da un commando di Fatah. Nel momento stesso in cui si alza l’immensa speranza di una riconciliazione dei popoli israeliano e palestinese, capisce che non vedrà mai più Salomé. Oppure? [André Naef, La Tribune de Genève]
France-Soir: « […] Le rondini di Gerusalemme è Romeo e Giulietta. Ma Gerusalemme non è Verona. […] Souss denuncia, con il cuore come unico giudice, un “conflitto senza fine”, una “città sfregiata da una frontiera di pietre e di filo spinato”, le incessanti lacerazioni dove fermenta, a dispetto di tutto, questa fiamma che, come la luce o il fuoco, scaturisce, indistruttibile, da forze antagoniste.»
Dominique Van Branteghem, Notre Temps: « Souss […] firma qui un racconto che ci chiarisce l’attaccamento profondo dei palestinesi per la loro terra annessa da Israele. [...] »
Francesca Dallatana, Gazzetta di Parma: «Israele e Palestina e il loro controverso rapporto. Nella sintesi ad alto peso specifico ed emotivo di una storia d’amore. Lei fa parte di una famiglia sfuggita alla follia nazista. Lui è arabo. Si incontrano, si amano. E la Storia li separa. E poi li fa riabbracciare. Dopo che Shlomo è già nato. Figlio di un amore proibito, ma dell’amore. Un romanzo molto realistico, modellato però su un calco di antica natura mitica. Il fraticidio, il nemico necessario, la continua ricerca dell’altro da sé da sconfiggere. Coraggiosa, la narrazione. Ad alto impatto semantico, per il quale serve un’opera di decodifica altrettanto coraggiosa.»
Tribune de Genève: « Le rondini di Gerusalemme […] è un sontuoso romanzo che mette in scena due ragazzi di ciascuno schieramento che scoprono l’amore… nella buona e nella cattiva sorte. [...] »
Gianfranco Restelli, Città Nuova: « [...] Anche in quest’ultimo romanzo Souss riesce a restituirci con efficaci pennellate il peso della storia e la lotta per gli ideali e per i sentimenti, via via più riflessiva e amara col trascorrere del tempo e lo spegnersi degli ardori giovanili. [...] »
Yonnel Liegeois, L’Hebdo: « […] Souss ci narra sotto forma di romanzo la tumultuosa epopea di questo frammento di terra d’Oriente. […] Un romanzo che si legge con calore e tenerezza […] »
Maurice Chavardès, Temoignage Chretien: « […] scritto senza sbavature […] »
Le Meilleur: « […] molto commovente, di un amore impossibile.»
Le Courrier de l’Ouest: « […] Dietro ai suoi eroi, nel cuore della storia drammatica di una terra in preda a tutte le discordie, Ibrahim Souss cerca di chiarire tutta la complessità dei rapporti tra le due comunità della Palestina dal 1935 alla stretta di mano tra Rabin e Arafat.»
Le Ligueur: «Un terribile romanzo che riferisce l’impossibile e tuttavia profonda passione tra un palestinese e una israeliana. L’amore degli uni ucciso dall’odio degli altri. Da leggere e meditare.» |
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Ibrahim Souss Le rondini di Gerusalemme Traduzione di Ornella Rota 2002, LP 72, 210x140 pagine 189 euro 13,50 Isbn 978-88-8003-263-2
Nato a Gerusalemme nel 1945, Ibrahim Souss, laureato in Lettere e diplomato all’Istituto di Studi Politici e della Fondazione nazionale delle Scienze Politiche di Parigi, è considerato fra i più importanti scrittori arabi contemporanei. Pianista compositore si è formato presso l’Ecole Normale de Musique di Parigi e presso il Royal College di Londra. È stato delegato generale e ambasciatore di Palestina in Francia dal 1978 al 1993, rappresentante dell’Olp presso l’Unesco e fautore dell’accordo di pace fra Israele e Palestina. Vive tra Ginevra e Amman e insegna in importanti università in Medio Oriente, in Svizzera e negli Stati Uniti. |
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